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Chi ha paura di parlare in pubblico?

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11 Luglio 2022

Chi ha paura di parlare in pubblico?

Autore: Antonio Monizzi
C’è un fatto piuttosto singolare che riguarda la maggioranza delle proposte formative nel mondo del “Public Speaking”:
è il fatto che usano come “gancio” per attirare l’attenzione dei potenziali partecipanti la PAURA.

Davvero… fateci caso!
Troverete frasi tipo “Sai qual è la paura più diffusa più di quella di morire e di volare??? … PARLARE IN PUBBLICO. Alzarsi in piedi e prendere la parola di fronte a una folla pronta a giudicarti." Questa è più o meno l’immagine mentale evocata da una smisurata quantità di proposte che ovviamente ti promettono i 5 segreti, i 3 misteri e gli 8 trucchi e via dicendo per fartele superare.

Certo per chi ha qualche nozione minima di PNL (Programmazione Neuro Linguistica) è piuttosto chiaro che in media funziona e che fa leva sul concetto del cosiddetto

VIA DA”
 
Come insegna Dilts, le persone con una preferenza “Via Da” si motivano per allontanarsi dal dolore.
Insomma ”via da” ciò che non desiderano, dai problemi,  dalle preoccupazioni, dalle situazioni negative e difficili. 
Le personalità “via da” fanno fatica a gestire gli obiettivi e non hanno una chiara visione di cosa e quali siano le priorità. Sono più facilmente motivate dal “bastone”; guidate dalla paura e in questo mondo penso proprio siano la maggioranza.

Ma c’è anche un altro lato della storia, un modo diverso di approcciarsi alla vita e al mondo, ed è quello che si identifica con la spinta
 
“VERSO”
 
tipica delle persone che sono alla ricerca di positività, di quello che potremmo chiamare ottimismo pragmatico, che sono motivate dal piacere, che parlano in ottica di desideri, obiettivi, risultati, che pensano di essere “artefici del loro destino” non in balia di un destino predeterminato.
Ne troverete chiari riferimenti in molti testi illuminati della letteratura scientifica degli ultimi anni, dai pensieri lenti e veloci di Kahneman al mindset dinamico statico della Dweck.

In questa prospettiva si può pensare al parlare in pubblico, liberando il proprio “leader spontaneo”, riuscendo a trovare un efficace allineamento tra quello che “sentiamo” di essere e cioè che trasmettiamo e che gli altri percepiscono.

Ed è proprio questa la prospettiva che sta alla base prima dell’intuizione di Ciro Imparato e del suo algoritmo della voce e poi dell’approfondimento e ampliamento che sta dietro e dentro alla ricerca di Andrea Bordin e il suo metodo NeuroVoiceColors®.
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